Bì – Museo del giocattolo e delle arti

Cormano, Italia
Foto © ©E.Caviola
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Visualizzazione © ©Atelier(s) Alfonso Femia
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Visualizzazione © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Visualizzazione © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Visualizzazione © ©Atelier(s) Alfonso Femia
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Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Disegno © ©Atelier(s) Alfonso Femia
Architetti
Atelier(s) Alfonso Femia
Sede
Cormano, Italia
Anno
2010
Cliente
Comune di Cormano
Progetto
Alfonso Femia * con Area Progetti, David Palterer
Ingegneria Strutturale
Buonomo Veglia srl
Ingegneria Impiantistica
Ferro & Cerioni

Il grande animale con strisce o macchie, con molte gambe e due code-scale, da mondi lontani, che potrebbe addirittura essere mostruoso o selvaggio, mai visto ma meravigliosamente immaginato (dipinto, narrato, filmato), qui, nella periferia di Milano; si alza sulle proprie zampe per lasciare la strada e permettere il passaggio delle macchine; scivola nella vecchia fabbrica, familiare e amata, con coraggio e senza violenza.
Il grande animale misteriosamente arrivato dal mondo di Rousseau e Salgari nella periferia di Milano, sembra appartenere ai grandi sogni dell’infanzia. Oppure, più che ai sogni dell’infanzia, alla scoperta, anche sorprendente, di un mondo “non familiare” (unheimliche di Freud), o un mondo che ha perso i suoi noti aspetti familiari, e che ci avvicina inaspettatamente alla percezione della realtà e della verità.
Come nella trama e nelle immagini di “Nel paese dei mostri selvaggi” (Spike Jonze, USA 2009, un film basato sul libro scritto da M. Sendak), dove la fuga dalla famiglia e l’incontro con un mondo di mostri, più o meno buoni, si trasforma in un viaggio di conoscenza, interiore piuttosto che educativa e pedagogica.
L’edificio, risultato di un concorso, ha pertanto l’obiettivo di inventare un luogo, uno spazio, un edificio pubblico, la conversione di un’antica fabbrica presente nella memoria collettiva, che dovrebbe essere in grado di condividere la gioia del divertimento, dell’apprendimento, del gioco.
In altre parole, di Meraviglia.
All’esterno, un grande gioco della campana: lo spazio pubblico viene restituito agli adulti attraverso i giochi e i colori dei loro figli. In fondo non è difficile costruire un edificio pubblico meraviglioso, vale a dire, un edificio capace di produrre Meraviglia. Ed è quasi superfluo ricordare quanto conoscenza e scoperta siano dovute alla Meraviglia. Ma è un dovere in uno strano e sorprendente paese come l’Italia.
All’interno dell’edificio, tutte le funzioni si uniscono: la donazione della collezione di marionette e giocattoli antichi, la biblioteca per bambini che camminano o gattonano, protetti dal ventre della madre-zebra-Zulu, il teatro sperimentale, lo spazio per giocare.

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