Foto © simone bossi
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Immagine © simone bossi
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casa CS

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Anno
2015

Alta su una collina, in un insediamento residenziale di cui fa parte anche una piccola chiesa, la casa si trova in un luogo paesaggisticamente privilegiato.
La vista dominante e l'esposizione ottimale a sud ovest sono una presenza tangibile in ogni spazio della casa.

Abbiamo lavorato mantenendo la concezione architettonica originaria di un progetto preesistente dello studio Pescia di Varese, pensato su due livelli per adattarsi alla sezione ripida del terreno.
Il livello inferiore presenta uno sviluppo longitudinale e ipogeo, inserendosi nel pendio come un terrazzamento naturale in pietra. Qui trovano spazio le camere, lo studio e la zona palestra.

La centralità e l'individualità caratterizza al contrario il livello superiore della zona giorno che come un masso si appoggia sulla struttura sottostante ne rimane incastrato e diventa l'ingresso principale alla quota alta della strada. A questo livello gli spazi esterni riprendono l'andamento longitudinale; verso nord la piscina è ricavata nella sezione del muro a sasso, dal lato opposto si apre un ampio terrazzo sopra la copertura del garage.

La sfida progettuale che abbiamo sentito da subito importante é stata quella di capire come riuscire a gestire all'interno della casa tanta natura, tanto cielo con le sue diverse e forti condizioni atmosferiche con sentimenti contrapposti.

L'osservazione e la protezione sono diventati gli obiettivi del progetto.
La volontà di partecipare a tanta bellezza dell'esterno convive con la ricerca opposta di trovare intimità e concentrazione all'interno.

Da una parte ci sono grandi superfici vetrate che come un diaframma segmentato aprono la casa al paesaggio, dall'altra quinte di legno e nuclei funzionali interni ci portano dentro all'organismo, tracciando percorsi fluidi e continui che si affiancano alle vetrate per poi rientrare nella penombra degli spazi più interni.

La definizione dell'organismo ha preso forma anche dalla comprensione della dinamica di una vita a due, con ritmi e caratteri diversi: la libertà di ognuno da individuare e capire, gli ambiti da condividere e quelli da proteggere.

Ne consegue uno spazio fluido, continuo, senza interruzioni. I confini non sono definiti, gli spazi si trasformano seguendo i momenti ritmati della giornata. Grandi pannelli scorrevoli a tutt'altezza modulano stanze ideali, creano fessure di compagnia, di luce, di curiosità e quindi di gioco dinamico. Non volevamo dover far "chiudere una porta" per potersi isolare.

Un ulteriore piano di controllo del progetto è stata l'attenzione posta alla dinamica delle linee naturali di luce e ombra che si disegnano per terra nelle diverse ore del giorno. Il pavimento di cemento del livello superiore enfatizza e pone in risalto il contrasto tra chiaro e scuro, i confini qui al pomeriggio appaiono netti e precisi. Il legno del piano inferiore al contrario assorbe e attenua le differenze, i toni sono più sfumati, l'atmosfera più riposante.

All'esterno in prossimità delle vetrate del soggiorno l'acqua della piscina riflette la variabilità del cielo. All'interno a breve distanza il fuoco di un braciere appoggiato a terra scalda e tiene compagnia nelle fredde giornate invernali.

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